Come parlavano nelle isole – Uno studio di Mario De Biasi sul dialetto di Burano

Dal Gazzettino del 13.01.1999
Come parlavano nelle isole – Uno studio di Mario De Biasi sul dialetto di Burano

Uno studio sul dialetto della laguna veneta ed in particolare sulla caratteristica parlata di Burano, è stato realizzato dal professor Mario De Biasi in collaborazione con l’Associazione Artistica Culturale di Burano.
La ricerca è stata stampata dalla tipografia “Salvagno” di Venezia, con una tiratura di 500 copie. Il «quaderno» è stato pubblicato in occasione del centesimo anniversario dello studio fatto da Giandomenico Nardo, proprio sul dialetto della laguna nord, comparso sulla Rivista di Scienze Lettere ed Arti nel 1898. Dal testo, che raccoglie interessanti notizie storiche e filologiche sulla nascita e l’evoluzione del dialetto parlato in lingua, si evince che i dialetti di Chioggia e Burano, anche se molto diversi, mostrano una matrice comune, che in entrambe le parlate di manifesta nell’allungamento e nel raddoppiamento delle vocali, anche se i due dialetti evidenziano modulazioni foniche del tutto proprie.
Tuttavia, mentre Chioggia mantiene l’impronta della parlata tipica del padovano, Burano conserva quella della Marca trevigiana e del vicino Friuli. E del tutto singolare poi che a Mazzorbo e Torcello non ci sia l’allungamento delle vocali, come avviene nella vicinissima Burano.
Secondo gli studi del Nardo «le rare composizioni di circostanza in dialetto fatte in occasione di ingressi di parroci, monacazioni, predicazioni e matrimoni andarono quasi tutte perdute non essendosi mai dato ad esse veruna importanza». Ma non tutto è perduto: nell’opuscolo presentato a Burano sabato, sono raccolti dei testi molto rari come ad esempio la versione in dialetto buranese, redatta dal dottor Antonio Passalaqua, dal canto della Divina Commedia di cui è protagonista il Conte Ugolino, e la IX novella della prima giornata del Decamerone di Boccaccio.
Lorenza Gisotti